martedì

La Nostra Storia !

Il Sacro Romano Impero

Spada di Carlo Magno
Dopo l'avvento dell'Islam si vengono a contrapporre 3 imperi: quello più antico, bizantino; quello islamico e il terzo, il più giovane, quello formato da Carlo, (che nel 25 dicembre dell'800 viene incoronato dal papa Leone III formando il Sacro Romano Impero, Sacro perché cristiano, Romano perché voleva teoricamente seguire l'impronta dell'impero Romano, Impero perché riuniva diverse etnie (non regno perché nel regno è racchiusa una sola etnia). Vista la molteplicità delle etnie, religioni, usi e costumi riuniti sotto lo stesso impero non fu certamente facile per Carlo governare degnamente, anche per la debolezza degli altri organi politici. Tuttavia intervenì in ogni ambito, persino nella sfera ecclesiastica (infatti si faceva chiamare episcopus episcoporum). Carlo riuscì così a rendere il suo potere solido e autorevole e quindi garantire un periodo di ordine. 
Busto di Carlo Magno
Carlo Magno ha preparato l'Europa all'unificazione culturale e religiosa ed ha riconosciuto le specificità nazionali. L'organizzazione feudale, da Carlo stesso immaginata e strutturata, rappresenta proprio il principio della cavalleria ed il ruolo della nobiltà.

In tutta la sua estensione, l'Impero era suddiviso in circa 200 province e da un numero sensibilmente maggiore di vescovati. Ogni singola provincia era governata da un conte, vero e proprio funzionario pubblico dell'Imperatore. La marca governata da un Marchese, invece era la circoscrizione fondamentale ai confini dell'Impero che poteva comprendere al suo interno più comitati.
Carlo Magno con le Insegne Imperiali
Il governo centrale era costituito dal palatium. Sotto questa denominazione si designava il consiglio dei ministri alle sue dipendenze. Organo puramente consultivo, era costituito da rappresentanti laici ed ecclesiastici che aiutavano il sovrano nell'amministrazione centrale.
Il vassallaggio è un rapporto di tipo personale che si instaurava nel sistema vassallatico-beneficiario. Si trattava di una sorta di "contratto" privato tra due persone, il vassallo e il signore: il primo si dichiarava "homo" dell'altro, durante la cerimonia dell'"omaggio", ricevendo, in cambio della propria fedeltà e del servizio, protezione dal signore.
La cerimonia di omaggio formalizzava questo rapporto: il vassus si rimetteva nelle mani del senior ponendo le sue mani giunte in quelle del suo superiore (da qui il gesto di preghiera a mani giunte) e gli giurava fedeltà. La cerimonia di investitura era un caso particolare dell'omaggio, durante la quale veniva concesso un terreno (un feudo) simboleggiato dalla consegna di un oggetto come una zolla di terra o una manciata di paglia o anche una bandiera (quest'ultima sottintendeva la cessione anche di un diritto giurisdizionale).
La gerarchia tra i nobili era la seguente (e formalmente lo è ancora negli stati europei a regime monarchico): imperatore, re, principe, duca, marchese, conte, visconte, barone, signore e cavaliere. Maggiore era il titolo, maggiori erano i possedimenti ed il prestigio sociale, nonché l'influenza a corte.
   
  La Cavalleria.
 
Verso la fine del XI secolo ,all'interno della società occidentale, prende consistenza ed acquista caratteri nuovi un istituto che ha grande importanza nella vita pratica e nella mentalità degli uomini del Medioevo: la Cavalleria.
Cavaliere
È difficile indicare la sua origine. Si è ritenuto, in genere, che a formarla siano stati i cadetti (figli non primogeniti) esclusi dalla successione feudale e quindi spinti a pro-cacciarsi al di fuori del feudo familiare gloria e denaro.
Qualunque sia l'origine, la cavalleria ci appare come una sorta di corporazione di guerrieri professionali; una corporazione i cui membri avevano la facoltà di creare altri cavalieri, che avessero i requisiti della nobiltà e della destrezza nelle armi. 
Stemmi di 15 Cavalieri
I cavalieri avevano un rapporto di subordinazione alle autorità supreme: teoricamente, avrebbero dovuto operare in nome del re o dell'imperatore. Le « chansons de gestes » e i « romanzi » medievali hanno molto insistito sul concetto della fedeltà al sovrano, la figura del cavaliere e la sua personale inclinazione al bene operare. 
Logo Imperiale





Responsabilità e doveri nuovi appartengono ora a colui che, con una solenne cerimonia, diventa cavaliere: la forza si sposa alla gentilezza, allo spirito umanitario, alla difesa dei deboli, ad una fede religiosa che non esclude lo spirito di avventura, ma lo inserisce nel gran moto di riscossa cristiana che nella seconda metà dell'XI secolo pervade la società occidentale, proiettandola verso l'esterno, verso il mondo degli infedeli. La Chiesa la orienta verso valori religiosi e morali: si elabora così il concetto della « guerra santa », che diventerà ad un certo momento la suprema aspirazione e la principale attività della cavalleria. 

La cerimonia di investitura del Cavaliere.  

Generalmente veniva svolta in una chiesa o in un castello, ma vi sono stati episodi in cui si venisse armati cavalieri addirittura sul campo di battaglia.
L'ultimo Imperatore
del Sacro Romano Impero
Francesco II indossa le insegne.
Sono ben evidenti corona, scettro,
globo, camice, stola, scarpe e guanti
La cerimonia era una cosa molto solenne gli obblighi morali imposti al cavaliere mettono bene in luce il valore di questa istituzione. Essi sono: combattere per la fede, essere sottomesso al feudatario, mantenersi fedele alla parola data, proteggere i deboli, le vedove e gli orfani, combattere l'ingiustizia. Deve essere "puro di cuore, sano di corpo, generoso, dolce, umile e poco chiacchierone". In lui sono presenti le due massime qualità morali richieste ai nobili dell'epoca: coraggio e generosità. 
In qualsiasi circostanza il cavaliere deve difendere la fede. 
Il giuramento di sostenere la fede in Gesù Cristo, trova la sua origine nell'abitudine di sguainare la spada alla lettura del Vangelo, in uso ai primordi della cavalleria. Con ciò si intendeva manifestare la disponibilità a spargere il proprio sangue in difesa della dottrina della Chiesa.
I Cavalieri dell'Impero (in tedesco Reichsritter) erano un'organizzazione di liberi nobili del Sacro Romano Impero, dipendenti direttamente dall'Imperatore, il che era un chiaro rimando alla tradizione medioevale della nobiltà tedesca (Edelfrei).
Dal 1422 molti di questi nobili ottennero dall'Imperatore l'"immediatezza", ovvero l'autorizzazione di governare e di amministrare direttamente i feudi in loro possesso per conto dell'Imperatore, passando gradualmente da uno status di vassalli medioevali a quello di liberi signori protetti dal monarca. 
Erano organizzati in Circoli equestri suddivisi in Cantoni nobiliari, diretti da Capitani, secondo le aree di provenienza; sovente erano chiamati a riunirsi presso l'Imperatore, diventando tra i nobili più potenti dell'Impero, dominando la vita politica e sociale dell'epoca con grande influenza economica.
I Cavalieri Imperiali erano sovente chiamati a riunirsi presso l'Imperatore ed ebbero perciò una rilevanza significativa nell'amministrazione e nelle occupazioni militari dell'Impero, fatto che fece si che molti di questi divenissero tra i nobili più potenti dell'Impero. Col tempo, il titolo di Reichsritter (Cavaliere Imperiale) divenne il titolo della nobiltà senza occupazione specifica, o senza feudo. Questo titolo, poi, in prevalenza dal XVI secolo, venne conferito in particolare ai benemeriti nel campo della scuola, artistico o diplomatico, oltre a quanti si fossero distinti nell'ambito militare. Con la fondazione della Confederazione del Reno nel 1806 e la fine del Sacro Romano Impero, i possedimenti dei Cavalieri Imperiali, divennero parte dei territori dei Grandi Nobili dell'Impero che coi loro territori circondavano i possedimenti dei piccoli feudatari. A compensazione di questo, molte famiglie aventi il titolo di Cavaliere del Sacro Romano Impero, ottennero quello di Barone e si sottomisero ai nuovi governanti.

Cavalieri del Sacro Romano Impero, oggi.

L'imperitura fiamma storica e ideale dell'antica Militia del Sacrum Imperium viene riaccesa e ravvivata nella sua propria sacrale spiritualità tradizionale nel Reale Ordine Nobiliare dei Cavalieri del Sacro Romano Impero, Ordine Dinastico Non Nazionale appartenente al Patrimonio Storico e Araldico dell'Augusta Casa Tiberio Dobrynia di Roma-Bisanzio di Russia.

Natura e sovranità - Già dal 1951, sotto l'illuminata guida del Gran Maestro Vicario, S.A.R. il Principe Don Achille d'Angelo di Bisanzio (famoso benefattore dell'Umanità Sofferente, Filantropo veritiero, di fama mondiale, ben noto come eccezionale Guaritore Spirituale) l'Ordine venne ristabilito riportandolo ai più puri princìpi Cavallereschi, Etici, Cristiani, e di Civiltà, per meglio rappresentarne l'idealità quale "ponte spirituale" fra i primi Cavalieri Carolingi e le mutate esigenze dei tempi, contrassegnandosi così come granitico baluardo a difesa della Fede Cristiana e dei Valori di Libertà della Società Civile.

Va sottolineata inoltre la figura di Otto von Habsburg (1912-2011), Capo della Casa d'Asburgo dal 1922 al 2007, che si è sempre dichiarato protettore dei Cavalieri dal Sacro Romano Impero, come del resto sottolineato nell'orazione funebre pronunciata durante la messa di suffragio dal Gran Cancelliere dell'Ordine, Enrico Maria Giuseppe Giuliano di Sant'Andrea, Marchese di Sant'Andrea.

Otto von Habsburg.

Otto d'Asburgo (Reichenau an der Rax, 20 novembre 1912 – Pöcking, 4 luglio 2011), fu il Capo della Casa d'Asburgo dal 1922 al 2007, anno in cui abdicò in favore del figlio Carlo d'Asburgo-Lorena. Ottone era figlio dell'Imperatore Austriaco e Re d'Ungheria Carlo I e di sua moglie Zita di Borbone-Parma.
Otto von Habsburg Erzherzog von Österreich Archduke of Austria
Ottone fu membro del Parlamento Europeo per la CSU e presidente dell'unione pan-europea internazionale.
Nel 1961, proprio per servire l'Europa, rinunciò ai suoi diritti dinastici.
Ottone d'Asburgo divenne Principe Reale ed Imperiale delle Corone d'Austria e d'Ungheria quando suo padre, l'Arciduca Carlo, ascese al trono. 
Otto von Habsburg

Tuttavia durante il 1918, alla conclusione della prima guerra mondiale, le potenze vincitrici imposero l'esilio degli Asburgo e la costituzione della repubblica austriaca.
La famiglia di Ottone passò gli anni a seguire in Svizzera e nell'isola portoghese di Madera, dove Carlo I morì nel 1922, facendo divenire Ottone pretendente al trono all'età di 10 anni. Nel frattempo, il Parlamento austriaco aveva ratificato l'esilio per la dinastia degli Asburgo e aveva provveduto a confiscarne tutte le proprietà ufficiali (Habsburgergesetz, 3 aprile 1919).
Nel 1935 Ottone si laureò all'università cattolica di Lovanio in Scienze sociali e politiche.
Dalla morte del padre e per tutto il tempo che egli rimase in esilio con la sua famiglia, Ottone si considerò il legittimo imperatore d'Austria, ribadendolo in diverse occasioni.
Ottone rinunciò a pretese formali nel 1961, al fine di poter rientrare in patria nel 1966.
Negli anni a seguire Ottone intraprese una più incisiva attività politica adoperandosi per un'Europa unificata come presidente dell'Unione Paneuropea Internazionale dal 1973 al 2004 e propugnando una federazione danubiana tra gli stati mitteleuropei.
Dal 1979 sino al 1999 partecipò come membro del partito bavarese cattolico (CSU) al Parlamento Europeo. Fu inoltre un membro della società di Mont Pelerin. Nell'ambito del suo impegno come parlamentare si adoperò fortemente per l'espansione dell'Unione Europea, in particolar modo impegnandosi per l'accettazione di Ungheria, Slovenia e Croazia entro i confini della confederazione.
Nel gennaio del 2007 Ottone rinunciò al suo status di Capo della Casata d'Asburgo affidandone il ruolo al figlio primogenito Carlo. 
A livello internazionale esiste il Comitato Ottone d'Asburgo, con una sezione anche in Italia, che persegue gli ideali politici degli Asburgo e che recentemente (2006) ha diffuso un testo biografico-politico dal titolo "Ottone d'Asburgo: dall'Impero all'Europa".
È scomparso il 4 luglio 2011 nella sua abitazione in Baviera, all'età di quasi 99 anni e, come tutti i suoi antenati, è stato sepolto nella cripta dei Cappuccini

Con l'attuale Gran Maestro Generale, S.A.R.I. il Principe Don Antonio Tiberio di Dobrynia, l'Ordine prosegue riordinato nella difesa dei Diritti dell'Uomo e nella protezione del libero sviluppo della personalità umana.
L'Ordine è una Milizia Cavalleresca, Ecumenica, non nazionale, e quale soggetto di diritto internazionale, appartenente a pieno titolo al patrimonio storico e araldico dinastico ereditario dell'Augusta Casa Imperiale e Granducale Tiberio Dobrynia di Roma-Bisanzio di Russia.
   
Discorso pronunciato dal Marchese Enrico Giuliano di Sant' Andrea, Gran Cancelliere dell'Ordine dei Cavalieri del Sacro Romano Impero in occasione dei funerali di S.A.R.I. il Gran Duca Otto D'Asburgo.

E' incolmabile la perdita dell'Arciduca Otto. La di Lui straordinaria e unica figura, umana, morale, intellettuale, storica, politica, è il più meraviglioso esempio di virtù e di correttezza, quello di un Uomo che è ha sempre rappresentato il Giusto. Il mondo  d'oggi, ha perso il migliore dei suoi figli. 
Ho avuto l'immenso Onore e la straordinaria Fortuna di conoscere di persona S.A.R.I. e di essergli amico. Gli incontri avuti, sono stati per me il più immenso arricchimento e rappresentano adesso, i ricordi migliori. 
Egli era “Protettore Morale” -per Sua definizione del proprio ruolo-  dei Cavalieri dal Sacro Romano Impero, di cui molto modestamente e immeritatamente sono il Gran Cancelliere. 
Come soleva ripetere: "Da quando ho stretto la mano al cancelliere Creisly, ho rinunciato a tante prerogative".  Che meraviglia.... per Lui, contava la stretta di mano, non l'atto formale. 
Ha lottato contro il nazismo e contro il comunismo, è stato perseguitato da tutti i regimi totalitari, ma con forza e sprezzo del pericolo per sé, ha salvato migliaia di ebrei ed è sempre stato dalla parte dei meno fortunati. Sempre. 

Il mondo piange oggi il migliore dei Suoi figli.

Come auspicato da S.A.R.I. Otto d'Asburgo, al termine del lutto per la di Lui scomparsa, S.A.R.I. il Sovrano Gran Maestro dell'Ordine, S.A.R.I. il Principe Anronio Tiberio di Dobrynia, con decreto del 07/02/2013 n.842.02.38, certificato dal notaio Böhm al repertorio notarlite n. 1914 del 7/2/2013, ha decretato di nominare nuovo Gran Maestro del Reale Ordine Nobiliare dei Cavalieri del Sacro Romano Impero, Sua Altezza Serenissima, il Principe del Sacro Romano Impero don Enrico Maria Giuseppe Giuliano di Sant'Andrea, principe del sacro Romano Impero, Duca di Navarra, Marchese di Sant'Andrea, Marchese di Santa Sophia, Conte di San Giovanni d'Acri, Barone di San Lorenzo, Barone di Migliorisi. 
Principe del Sacro Romano Impero
don Enrico Maria Giuseppe Giuliano di Sant'Andrea

Lettera Patente del Sovrano Gran Maestro

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni commento costruttivo è gradito, ovviamente tutto quello che, a nostro insindacabile giudizio, verrà ritenuto non in linea col dovuto rispetto per gli altri, sarà eliminato.